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Ciak, si gira: un tour tra i luoghi di film celebri

Il cineturismo è un modo oggi di tendenza per rivivere scene di grandi capolavori del cinema e il territorio ferrarese, forgiato con il lavoro duro e ostinato delle sue genti, si è ben prestato nel cinema italiano d’autore all’ambientazione di storie spesso drammatiche, di esistenze tormentate, di intense passioni.
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Ciak, si gira: un tour tra i luoghi di film celebri

La città, il Po, le valli e il delta hanno sempre esercitato un fascino particolare su grandi registi ferraresi, come Michelangelo Antonioni, Florestano Vancini o Folco Quilici, e non solo.
Il paesaggio del fiume è protagonista di celebri documentari, come Gente del Po (1943-47) di Antonioni, oppure Alluvione e Uomini della pianura (1950) di Vancini e Adolfo Baruffi. Oppure fa da sfondo alle vicende de Il mulino del Po, film che Lattuada nel 1947 trasse dall’omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli. Anche il bolognese Pupi Avati ha trovato ispirazione lungo il Po e nelle valli, dove ha girato ben 4 film tra il 1976 e 1982.
Ancora lungo il fiume e a Ferrara ritroviamo lo scenario della tormentata storia d’amore interpretata da Massimo Girotti e Clara Calamai nel memorabile Ossessione (1943) di Luchino Visconti, oppure dell’ultimo episodio di Paisà (1946) di Roberto Rossellini che racconta la lotta partigiana nel Delta del Po. Restiamo in questi luoghi suggestivi per trovare i paesaggi del celebre La donna del fiume (1955) di Mario Soldati, che consacrò la giovane Sofia Loren come star internazionale. Qui Soldati girò anche il Viaggio nel Delta del Po (1957), reportage per la Rai che fece scoprire agli italiani la salama da sugo ferrarese.
Ma torniamo ora alla città di Ferrara, location di numerosi romanzi tra cui vanno ricordati quelli di Giorgio Bassani, che ispirarono capolavori cinematografici come Il giardino dei Finzi Contini e Gli occhiali d’oro diretti rispettivamente da Vittorio De Sica nel 1970 e da Giuliano Montaldo nel 1987. Ancora Vancini nel 1960 diresse intorno al Castello Estense La lunga notte del ‘43, tratto sempre da Bassani, e vi ritornò nel 2004 per il suo ultimo film E ridendo l’uccise, per raccontare le vicende seguite alla morte di Ercole I d’Este.
Tra le città di Ferrara e di Comacchio, Antonioni ambientò nel 1995, insieme al regista Wim Wenders, una drammatica storia d’amore nel film Al di là delle nuvole.
Luoghi ed atmosfere che ritroviamo anche nelle fiction televisive più recenti, come Nebbie e delitti oppure Amanti e segreti: thriller e passioni trovano qui la loro location ideale.

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L’Archivio Michelangelo Antonioni è costituito da materiali che riflettono e documentano l’universo intellettuale, estetico e affettivo del regista e che permettono di addentrarsi nel suo cinema e, più in generale, in tutta la sua attività, anche quella critica, letteraria e artistica.
Il fondo è costituito da oltre 47.000 unità, che coprono l’attività e, limitatamente agli aspetti più prossimi alla professione, la vita di Antonioni dall’inizio della carriera fino alla metà degli anni Novanta, quando l’archivio venne ceduto al Comune di Ferrara per decisione del regista e della moglie, Enrica Fico. L’archivio comprende la biblioteca e la discoteca del regista, un cospicuo numero di pellicole, l’epistolario, l’archivio fotografico dei film e dei documentari, i premi, collezioni di cartoline raffiguranti attori e attrici, riviste e ritagli stampa, scritti vari, tra cui sceneggiature, soggetti, appunti, ecc., opere pittoriche, affiches e alcuni oggetti personali.

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ultima modifica 12/03/2020 16:10
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